Condividere i lavoratori per combattere il caporalato
Nei mesi scorsi abbiamo avuto modo di condividere con voi alcune riflessioni sul tema del caporalato in agricoltura e darvi notizia del coinvolgimento della Cooperativa Nazareth nel progetto FAMI FORMA, che intende contrastare questo fenomeno accompagnando le persone a rischio sfruttamento con azioni informative, formative e di sostegno economico.
Se il dato è confermato, i numeri dello sfruttamento in agricoltura non sono trascurabili: in Italia infatti si stimano circa 400.000 lavoratori vittime del caporalato, di cui l’80% stranieri e circa 30.000 aziende che ricorrono all’intermediazione illecita e para-mafiosa della manodopera. Una realtà ben radicata in tutte le regioni d’Italia che chiede azioni di contrasto e tutela, sia nei confronti dei lavoratori che delle aziende.
Rigenera è impegnata nell’animazione di questo importante progetto perché ospita all’interno del suo staff soggetti fragili provenienti da diversi paesi del mondo, che potrebbero rischiare di finire nelle maglie dei cattivi lavori. Informare, formare e sostenere sono un’attenzione importante da avere per i propri lavoratori e anche noi vogliamo fare la nostra parte.
Invitati dal FAMI abbiamo anche intrapreso un percorso di certificazione etica, grazie alla disponibilità ed all’esperienza di una start up innovativa che si occupa proprio di verificare l’eticità dei comportamenti delle aziende in materia di lavoro. Questa start up si chiama Humus Job ed è nata nel cuneese dall’idea di Claudio Elena, Elia e Luca:” Tutto è iniziato nel 2018 quando una rete di aziende agricole della Valle incontra Humus Job, all’epoca spin off dell’Associazione MiCò APS con lo scopo di progettare un modo per inserire lavorativamente i migranti del neonato Centro di Accoglienza nelle aziende del territorio. Le difficoltà della nostra valle (la Valle del Grana) erano simili quelle di tanti altri territori, prima fra tutte la paura dell’invasione di persone in arrivo da altri paesi del mondo: ne erano attesi 100, ma ne arrivarono solo 23. Con Humus Job abbiamo cominciato a lavorare ad un modello di agricoltura che, oltre ad avere ben presenti le questioni economiche, tenesse conto anche delle dimensioni sociali. Per questo ci siamo adoperati per mettere insieme le aziende agricole (che avevano bisogno di lavoratori), le locali amministrazioni ed i lavoratori in un dialogo che stemperasse la paura e facesse crescere la fiducia reciproca”.
Humus Job ha così avviato una piattaforma di Job Sharing Agricolo che permette alle piccole e medie aziende di mettersi in rete e condividere la manodopera per promuovere insieme etica e sostenibilità:” Le aziende della nostra rete hanno scelto la condivisione come pratica per cambiare il mondo dell’agricoltura”. Humus Job sta creando un network etico delle aziende agricole e sono diverse le realtà medio-piccole che hanno già aderito perché condividono la stessa filosofia su “come fare agricoltura”: sono aziende i cui gestori sono giovani, che coinvolgono persone che hanno fatto diverse esperienze lavorative all’estero e che hanno deciso di tornare all’agricoltura creando progetti ex novo o recuperando quelli familiari. Così queste imprese si impegnano a commercializzare i prodotti in filiere particolarmente etiche che sanno riconoscere e valorizzare il giusto costo di una produzione naturale e locale.
Come è possibile condividere i lavoratori fra aziende?
«Oltre al caporalato, sinonimo di “lavoro nero”, c’è poi il “lavoro grigio». Con questo termine, come ci raccontano Claudio ed Elena, ci riferiamo a rapporti lavorativi formalmente regolari ma che contengono, al loro interno, elementi di irregolarità. «Attraverso il lavoro grigio, ad esempio, i datori di lavoro non dichiarano tutte le giornate che effettivamente una persona impiega nel lavoro nei campi; in questo modo essa è impossibilitata a richiedere il sussidio di disoccupazione che è basato proprio sulle giornate lavorative».
Le aziende etiche che si riconoscono nei valori di Humus Job sono unite in un contratto di rete attraverso il quale la condivisione diventa una pratica per cambiare il mondo: condivisione dei mezzi di produzione, di trasporto e degli strumenti per aumentare la sostenibilità economica e la competitività sul mercato, mettendo in comune la manodopera e rendendosi disponibili a controlli per dimostrare la regolarità delle assunzioni.
Il servizio di Job & Sharing permette l’accesso a una piattaforma di domanda/offerta di impiego regolare in agricoltura che ad oggi conta 2.500 lavoratori in tutta Italia. Attraverso la piattaforma è possibile individuare il profilo più idoneo per un’azienda in base alle competenze e alla vicinanza geografica e creare lavoro sostenibile per le persone impiegate in agricoltura.
Così le aziende hanno la possibilità di utilizzare personale formato, pagando in percentuale in base al tempo impiegato del lavoratore e beneficiando di un supporto nelle pratiche burocratiche. Allo stesso tempo, grazie alla circolarità stagionale legata a produzioni differenti, Humus garantisce ai braccianti contratti regolari per tutto l’anno. Infine, Humus Job rilascia il Marchio 100% Etico quando si riescono a realizzare le condizioni che vedono inserimenti lavorativi stabili e regolari che danno dignità ai lavoratori.