La Festa del Raccolto
Un bellissimo pomeriggio in azienda con tante famiglie!
Il forte vento ha provato a fermarci, ma non ci è riuscito! Nonostante l’aria fredda e la minaccia di pioggia di qualche nuvolone, siamo riusciti a portare a termine anche questa avventura: condividere con tante famiglie ed amici la gioia del raccolto e mostrare in anteprima le verdure in crescita per le prossime stagioni.
Tra una spesa al banchetto, l’accompagnamento delle famiglie per l’autoraccolta delle verdure e una passeggiata nei campi, abbiamo tutti atteso l’inizio dello spettacolo BANDIERA, proposto dagli attori e dalle ballerine della Compagnia dei Piccoli e de Il Laboratorio. Anche loro sono stati coraggiosi, perché hanno raccolto la sfida di recitare e danzare fra i filari del nostro frutteto coltivato a more…
La nostra amica Giulia Barbieri ha pubblicato questa storia sulla sua pagina VISIONI VIRALI (che vi invitiamo a visitare a questo link, perché ricca di altrettante storie interessanti e belle. Ve la proponiamo e la ringraziamo per la sua visita, le sue parole e le immagini che ha scattato.
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LA SCOMMESSA (VINTA) DI RIGENERA
Giusy è nella zona degli orti mentre la raggiungo, sta accompagnando una famiglia e due bimbi a raccogliere gli ortaggi di cui hanno bisogno. Dall’ultima volta che ci siamo viste sono trascorsi tre mesi, era 20 giugno, il giorno in cui il laboratorio di agricoltura sociale “Rigenera” aveva scelto di festeggiare il solstizio d’estate aprendo le porte al pubblico e agli amici.
Oggi invece è domenica e in questo pomeriggio dedicato alle famiglie e ai bambini, tira un vento per nulla bene augurante, nemmeno il cielo è limpido ma non piove, non ancora, e questo per il momento è sufficiente. Rigenera si trova a Persico in uno dei campi di proprietà della famiglia Lottici, e ogni volta che passo di qui mi fermo ad osservare la meraviglia del salice piangente le cui foglie accarezzano le sedie di legno colorate sparse per il giardino. Appare come un luogo sospeso ma in realtà è in costante fermento.
Rigenera è lʼesperienza di Agricoltura Sociale della Cooperativa Nazareth, una realtà che mescola la passione per la terra, il rispetto dellʼambiente, la salute dei lavoratori, con la possibilità di donare a persone svantaggiate e fragili un percorso di inserimento lavorativo. Giusy fa parte del team, è bergamasca ma per quindici anni ha vissuto in Calabria dando vita ad esperienze di cooperazione sociale e volontariato in una terra certamente meravigliosa ma di sicuro complessa, una terra in cui la fiducia è un bene da conquistare quotidianamente.
“Sono arrivata dalla Calabria dopo quindici anni di lavoro lì.” mi racconta mentre pianta lʼultimo cartello, quello delle melanzane. “In effetti, Rigenera è la replicazione di un modello che già avevamo implementato al Sud, con le dovute correzioni. Mi sono fermata a Cremona su invito della Cooperativa Nazareth, perché volevo misurarmi in un territorio diverso, anche più competitivo. Avevo bisogno di capire quanto questo modello potesse avere successo in un territorio in cui lʼagricoltura viaggia su schemi e numeri diversi.”
Yonut si avvicina con il trattore, i bambini sono in trepidazione. Sanno che tra poco, si accomoderanno sul carro trainato dal trattore per compiere un piccolo tour di Rigenera, dagli orti, accanto alle serre, passando dietro al moreto. Salgono uno alla volta e non appena Yonut accende il motore, iniziano a ridere e a scherzare tra loro.
Scatto qualche fotografia e penso alle parole di Giusy che considera lavorare la terra una sorta di benedizione. Mai come in questo periodo di forti restrizioni, di mascherine sulla faccia e disinfettanti per le mani, ha avvertito che questo è il suo modo di partecipare alla vita. Quello che la fa sentire in pace.
“Quando tutti erano chiusi in casa,” aggiunge. “noi non solo eravamo in strada a consegnare spese a domicilio ma eravamo in campo, nel vero senso della parola, a seminare piante. Con questo gesto, tanto simbolico quanto concreto, abbiamo riposto nella terra la nostra fiducia in un futuro buono.”
Dopo tutto glielo ha insegnato un anziano pastore calabrese quel proverbio che dice “lʼagricoltura vuole lʼuomo morto”. significa che lʼagricoltura ha bisogno di uomini e donne che si dedichino a lei e se si sposa un modello come questo (filiera completa, metodo biologico, inserimento di persone svantaggiate, attività inclusive, didattiche, terapeutiche) si accetta di doversi sacrificare, a volte anche a costo di rinunciare a qualcosa di personale.
“Agli amici che ci fanno i complimenti, rispondo che è sempre la terra di Cremona che fa, noi siamo dei testimoni. Le diamo solo una mano. Rigenera, con le sue imperfezioni e fragilità, ne è la dimostrazione. In cinque ettari vengono coltivati sessanta tipi di ortaggi e si stanno sperimentando coltivazioni di frutta e piccoli frutti. Nella filiera trovano lavoro persone con difficoltà, periti agrari, cuochi, tecnici alimentari, psicologi, educatori, comunicatori, progettisti sociali e giovani in servizio civile.”