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La fragola🍓

La fragola appartiene alla famiglia delle Rosacee, di cui fanno parte anche mora, melo, pero, cotogno, pesco e molte altre piante da frutto che crescono in clima temperato. È una pianta perenne che però viene principalmente coltivata a ciclo annuale o biennale e le varietà oggi più diffuse sono frutto di incroci effettuati a partire dal 1700.

Quello che noi siamo abituati a chiamare frutto, in realtà è un falso frutto, che deriva dall’ingrossamento del ricettacolo fiorale (il centro giallo del fiore della fragola); i veri frutti si chiamano acheni e sono quella miriade di semi verdi-gialli distribuiti sulla superficie.

Le fragole si differenziano in due tipologie principali, legate alla durata della illuminazione giornaliera: le unifere o brevidiurne e le rifiorenti o fotoindifferenti. Le unifere fioriscono una sola volta l’anno, al risveglio vegetativo, e la maturazione dei frutti avviene tra maggio e giugno; le rifiorenti continuano ad emettere fiori per tutto il periodo vegetativo e fruttificano tra i mesi di giugno e settembre.

Nei nostri primi impianti abbiamo preferito la scelta di varietà unifere poiché la qualità delle fragole ottenute dalle varietà rifiorenti non era particolarmente buona. Negli ultimi anni il lavoro sul miglioramento varietale e la nostra maggiore capacità di gestire la complessità dell’azienda, ci ha portato ad incamminarci verso la coltivazione di varietà rifiorenti.

Nel mese di marzo abbiamo messo a dimora in tunnel freddo circa 1.000 piantine di varietà Portola e nel mese di agosto faremo un nuovo trapianto, sia in serra che in pieno campo della varietà Cabrillo. Le piantine in pieno campo saranno poi protette con dei minitunnel.

Cosa cambia?

La coltivazione in tunnel e minutunnel dovrebbe scongiurare i danni da gelate tardive (vedi la news della scorsa settimana) e da forti e continue precipitazioni nei mesi produttivi, che potrebbero danneggiare le prime i fiori e le seconde i frutti in maturazione. Il successo della coltivazione di varietà rifiorenti ci consentirà di offrirvi per 4/5 mesi all’anno fragole fresche, BIO, a km 0.

È ormai dimostrato che le fragole provenienti da Agricoltura Biologica hanno una qualità superiore rispetto a quelle provenienti da agricoltura convenzionale: 

  • l’assenza di utilizzo di prodotti di sintesi, soprattutto di pesticidi e maturanti, le rendono sicure dal punto di vista dell’apporto di sostanze tossiche al nostro organismo ; 
  • le fragole BIO hanno un alto contenuto nutraceutico: con il contenuto del 90% di acqua idratano le cellule dell’organismo senza appesantirlo con troppe calorie ed essendo ricche di enzimi, sono capaci di attivare il metabolismo dei grassi aiutando il corpo a dimagrire con meno fatica. Sono poi anche ricche di fibre, per questo aumentano il senso di sazietà, regolarizzano l’intestino e fanno assorbire meno grassi e meno zuccheri. Infine, l’alto contenuto di vitamina C (cinque fragole contengono una quantità di vitamina C pari a quella di un’arancia) favorisce l’assorbimento del ferro, utile per la formazione dei globuli rossi e per i muscoli, e la produzione di collagene, una proteina che previene le rughe e rafforza i capillari riducendo ritenzione idrica e cellulite.

COME AUTO RIPRODURSI LE PIANTINE DI FRAGOLE

Se siete abituati a coltivare le fragole in giardino o in vaso, avrete notato che, dopo la produzione, le piante emettono dei rametti verdi, che si sporgono verso l’esterno. Si chiamano stoloni e da essi possono nascere nuove piantine. Generalmente gli stoloni vanno tolti, poiché diventano antagonisti dei frutti nella ricerca di sostanze nutritive per svilupparsi, abbassando quindi la qualità della frutta prodotta. Se desiderate auto produrvi delle nuove piantine di fragole, potete decidere di “sacrificare” la produzione di una o due piante (sceglietele tra le più vigorose!!) per la moltiplicazione: una volta spuntati gli stoloni (due o tre per pianta, al massimo), fissateli al terreno con una forcina o qualcosa del genere, in modo che la gemma tocchi il terreno. Potete anche immergere lo stolone in un piccolo vaso con del terriccio, in maniera tale da averla già pronta per un successivo trapianto. La nuova piantina svilupperà radici e foglie quasi subito, rubando meno nutrimento alla pianta madre. Quando la piantina figlia sarà abbastanza grande, tagliate lo stolone che la lega alla pianta madre. Il tutto richiede circa un mese.

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