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Un tandem rosa per RIGENERA

Sono giunte a Rigenera nel periodo più difficile dell’anno, mentre affannosamente cercavamo di tenere testa al caldo, all’erba, ai turni delle ferie, ai trattori rotti, ai pomodori da raccogliere ed alle necessità di trapiantare tutte le colture autunnali ed invernali. Un vero e proprio banco di prova che puntualmente si ripete nel mese di agosto, mentre tutti sono in vacanza o alle canottieri a prendere il sole.

Amanda e Margherita – psicologa ed iscritta alla specialistica in psicologia del lavoro la prima, studentessa in scienze dell’educazione ad indirizzo sanitario la seconda – hanno intrecciato le loro vacanze estive in due modalità diverse: ”Tornavo da due anni in Australia, dopo il conseguimento della laurea triennale in psicologia, vissuti al lavoro nelle grandi farm australiane – ci racconta Amandanelle quali avevo maturato la consapevolezza che lavorare all’aria aperta mi piaceva tantissimo! Ho contattato subito Giusi Biaggi, presidente di Nazareth, e le ho chiesto se c’era la possibilità di vivere un’esperienza lavorativa in cooperativa, nella quale coniugare attività pratica all’aperto con una dimensione più vicina anche al mio percorso di studi. Così mi è stato proposto di seguire i Minori Stranieri Non Accompagnati nelle attività di buona occupazione del tempo che raggiungono l’azienda  agricola, a piccoli gruppi”.

 

Diverso l’approccio di Margherita, che già da studentessa universitaria aveva vissuto a Giona il suo tirocinio curriculare lo scorso anno scolastico: ”Avevo avuto occasione di conoscere Rigenera durante il tirocinio e mi era piaciuto l’ambiente, che mi ricordava moltissimo le giornate trascorse con mio nonno nel suo grande orto. Ho quindi risposto all’appello della mia associazione – la Drum Bun – che chiedeva aiuto per la raccolta dei pomodori in azienda agricola nei giorni attorno a ferragosto. Così ho deciso di donare come volontaria un po’ del mio tempo libero”.

 

Al termine – o quasi- della loro esperienza estiva, hanno provato a fare un piccolo bilancio:” Devo dire che le cose sono andate ben oltre le mie aspettative – confessa Amandaperché avevo un po’ paura di arrivare in azienda ed affiancare gli operai solo nelle attività manuali, ma non avevo messo bene in conto il peso e la profondità della dimensione relazionale, specialmente con i ragazzi che ho accompagnato nelle attività educative. Ho gustato davvero la bellezza di stare in un contesto di lavoro che è allo stesso tempo un eccezionale laboratorio educativo! Ogni attività condivisa con i ragazzi di Giona mi ha dato la possibilità di spiegare, rimandare, invitare alla riflessione: strappi l’erba non perché ti è semplicemente chiesto. Lo fai per far respirare e crescere meglio la piantina, che porterà buon frutto. Potrai così raccoglierla, gustarla o addirittura venderla e questo sarà occasione di guadagno e sostentamento per te e per quelli che lavorano insieme a te. Sono certa che questo esercizio quotidiano di andare oltre il gesto ripetitivo della raccolta, del diserbo, della cernita ci ha resi tutti quanti diversi, migliori di prima, perché più consapevoli anche rispetto alle nostre scelte ed al nostro stile di vita alimentare.”

Margherita invece, di legarsi così a Rigenera non ci aveva pensato: ”Avevo raccolto l’appello della Drum Bun per una giornata di raccolta dei pomodori e invece mi si è aperto un mondo, nel quale sono voluta stare il più possibile, fino alla ripresa degli studi universitari! Il rapporto con i lavoratori e con i ragazzi di Giona mi ha arricchito moltissimo, sia dal punto di vista umano (sono stata proprio bene!!), sia per quel che riguarda il mio percorso di studi: ho potuto infatti toccare con mano tutto quello che mi avevano insegnato a scuola. Al termine di questa esperienza mi sento davvero arricchita come persona e sono consapevole che anche il mio bagaglio di conoscenze e competenze sia decisamente più pesante”.

Al termine della nostra chiacchierata, l’ultima domanda è d’obbligo: che cosa possono portare le donne nel mondo del lavoro e specialmente in agricoltura?

Risponde subito Amanda, decisa e chiara: ”Farsi rispettare nel mondo del lavoro è comunque e sempre molto difficile, anche se i tempi sono cambiati e per le donne sembrano aprirsi opportunità che prima nessuno poteva immaginare. Sicuramente per molti l’agricoltura è un settore ad impiego prevalentemente maschile, dove servono forza e determinazione nel raggiungimento degli obiettivi. Io credo – e l’ho potuto sperimentare concretamente – che la cura dei dettagli sia donna! Non che le donne non siano capaci di forza e determinazione, ma quello che possiamo fare noi è ribadire ogni giorno, con il nostro stile e la nostra passione, che agricoltura non è solo produzione, ma prendersi cura della terra, prendersi cura della natura”.

Non tarda ad arrivare anche la risposta di Margherita:” Donne che si prendono cura della natura… e delle persone! Sono convinta che il lavoro in agricoltura sia una bellissima opportunità per coltivare la relazione educativa con persone che hanno bisogno di essere accompagnate nel percorso verso l’autonomia, perché è un luogo liberatorio, per noi e per chi ci viene affidato! Fare le cose insieme, imparare a fare cose nuove, condividere anche le fatiche, il caldo, la sete, il tempo che non passa mai… tutto questo è diventato un pretesto per creare ed approfondire dei legami. Forse oggi i ragazzi non colgono il valore di queste esperienze, ma sono sicura che qualcosa in loro rimarrà e li aiuterà ad affrontare con più fiducia l’avventura nel mondo adulto”.

 

Auguriamo a tutte e due un proficuo anno di studi, nella speranza che le nostre vite possano ancora incrociarsi in quello splendido laboratorio che è Rigenera!

 

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